Raggiunta l’intesa sul contratto integrativo di Ales, società in house del Ministero della Cultura

L’ipotesi di accordo è ora al vaglio delle assemblee dei lavoratori fino al 15 febbraio.

C’è intesa sul nuovo contratto integrativo applicato ai circa 1.700 lavoratori dipendenti di Ales S.p.A, società in house del ministero dei Beni Culturali, impiegati nei servizi di valorizzazione del patrimonio culturale italiano e di supporto agli uffici tecnico amministrativi del dicastero. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno siglato con la direzione aziendale l’ipotesi di accordo di rinnovo per il triennio 2022-2024. L’intesa, fino al 15 febbraio, sarà sottoposta alla consultazione delle assemblee dei lavoratori.

I sindacati hanno espresso soddisfazione per l’ipotesi di accordo che, pur mantenendo l’impianto dei precedenti rinnovi, prevede importanti avanzamenti coerenti con la piattaforma rivendicativa unitaria.

“Un accordo importante – commenta Danilo Lelli, che per Filcams Cgil ha seguito la trattativa – che coglie la necessaria trasformazione di Ales e va nella direzione di riconoscere le professionalità esistenti valorizzando il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori. In particolare, e per la prima volta, viene individuato un percorso per il riconoscimento dei percorsi di carriera interni e il potenziamento del ruolo dei lavoratori e delle lavoratrici nella gestione della formazione”.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Sulla parte normativa l’accordo interviene sul sistema di relazioni sindacali, con l’implementazione delle materie da trattare al livello nazionale e al livello territoriale e la definizione delle nuove norme sulle agibilità sindacali con l’incremento delle ore di esercizio dell’attività sindacale. L’intesa mette a disposizione del coordinamento nazionale delle RSA/RSU una dotazione di ulteriori 40 ore annue di permesso per ciascun componente il coordinamento. A livello territoriale, in assenza di RSA, sarà inoltre possibile indire le assemblee nel sito produttivo.

Sulle tipologie di contratto di lavoro l’accordo impegna l’Azienda a proseguire nell’opera di stabilizzazione avviata con il precedente accordo e che prevede ora l’impegno a stabilizzare almeno l’80 % dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato, processo accompagnato da un percorso di monitoraggio sull’andamento delle stabilizzazioni. 

Sulla parte economica l’intesa conferma il sistema di salario variabile esistente con un sensibile aumento degli importi disponibili correlati al raggiungimento degli obiettivi, da 195 euro a 595 euro, prevedendo una verifica in occasione della prima erogazione. 

Sul welfare aziendale, oltre alla possibilità di optare per la conversione su base volontaria del salario variabile in servizi, l’accordo incrementa con ulteriori 100 euro annuali, in aggiunta ai sostegni economici dedicati, per il sostegno della genitorialità oltre a ulteriori permessi aggiuntivi rispetto alle previsioni normative.

In materia di previdenza integrativa il contributo aziendale previsto dal Contratto Nazionale viene elevato al 2%.

L’accordo, in tema di buona flessibilità, introduce gli istituti della banca delle ore e delle ferie solidali con un contributo aziendale al monte ore totale, oltre alla possibilità di utilizzare una fascia oraria di ingresso di 1 ora.

L’accordo regolamenta anche congedi per la formazione con possibilità di sospendere il rapporto di lavoro per un periodo non superiore a quattro anni.

Aumenta fino a sei mesi il periodo di congedo retribuito per le vittime di violenza.

“Sul piano delle relazioni sindacali – dice ancora Lelli – si potenziano gli strumenti di legge e del Contratto Nazionale, con più ore di permesso a disposizione delle RSA e RSU, e si stabilisce la possibilità si richiedere le assemblee anche da parte delle strutture territoriali del sindacato. Viene implementata inoltre la parte del welfare contrattuale dei diritti, della genitorialità, del sostegno alle vittime di violenza e della buona flessibilità”.

SODDISFAZIONE ANCHE TRA I LAVORATORI

Soddisfazione anche tra i lavoratori, come si evince dalle parole di Enzo Tafuto, delegato Filcams a Napoli. “L’azienda in questi anni è cresciuta – dice – e da poche centinaia di lavoratori divisi tra Lazio e Campania oggi conta circa 1.700 addetti che lavorano in quasi tutto il territorio nazionale, offrendo servizi essenziali per la fruizione dei più importanti siti archeologici e musei italiani (Pompei, Colosseo, Uffizi) e offrendo servizi tecnico amministrativi per i diversi uffici e direzioni ministeriali”.

“L’ipotesi di accordo siglata il 24 gennaio – prosegue – rappresenta un importante passo in avanti per le lavoratrici e per i lavoratori, sia in termini retributivi che in termini di diritti. Attraverso l’attività di coordinamento che abbiamo avuto tra i diversi territori, ci siamo resi conto che al di là delle differenze dovute alle peculiarità delle diverse regioni e dei luoghi di lavoro, vi è una richiesta forte di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori e, sempre più, il nostro ruolo come sindacato deve essere quello di far emergere il lavoro delle donne e degli uomini e i servizi di qualità che svolgiamo in un settore importante come quello turistico-culturale. Questo soprattutto per quella che sarà la fase post-pandemia”.

Nella stessa lunghezza d’onda il commento di Salvo Barrano, delegato Filcams a Roma.

“Ingegneri, architetti, archivisti, restauratori, archeologi, legali esperti in appalti pubblici e amministrativi specialisti in euro-progettazione – spiega – danno un contributo fondamentale e qualificato di competenze e professionalità per consentire al Ministero di perseguire i propri fini istituzionali. Anche per questo per la prima volta il contratto integrativo appena firmato riconosce un peso specifico a queste categorie di lavoratori, con ricadute positive per tutti i dipendenti, come ad esempio la formazione specialistica e l’aggiornamento professionale, maggiore flessibilità degli orari e mobilità orizzontale”.

“La stipula del contratto integrativo – chiude Danilo Lelli – rappresenta sicuramente un buon auspicio per guardare ad un futuro di lotte, che continuino a mettere al centro le parole chiave della Filcams CGIL: qualità del lavoro e riconoscimento delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori Ales all’interno dei luoghi della cultura”.