Passata l’emergenza, riprendiamoci il lavoro

Sicurezza, cassa integrazione, qualità dell’occupazione: l’obiettivo della Filcams è definire un nuovo modello di sviluppo. Una riflessione sulla ripresa con la segretaria generale di Filcams Cgil nazionale, Maria Grazia Gabrielli.

Le nostre vite e il nostro lavoro dal 23 febbraio hanno subito uno sconvolgimento impensabile. Nessuno era pronto ad affrontare questa drammatica situazione sanitaria, subito dopo diventata anche economica, che ha trasformato temporaneamente le abitudini, gli stili di vita, gli affetti, la socialità e il lavoro. È stata affrontata con coraggio, nessuno si è tirato indietro davanti alle difficoltà: lavoratori, dirigenti sindacali e tante imprese – anche se non tutte – hanno con responsabilità affrontato le difficoltà del momento” sono le parole di Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil Nazionale a commento di questa fase emergenziale. Una riflessione, ancora a caldo, sui mesi appena trascorsi e gli impegni della categoria per il futuro.

L’emergenza sanitaria ha messo a nudo tutte le criticità presenti nel nostro paese, non parliamo di problemi nuovi, ma problemi strutturali mai affrontati con coraggio: dal diritto alla salute all’accesso alle cure, dal diritto allo studio al diritto al lavoro e ad una retribuzione dignitosa. Un patto Stato-cittadini che è stato spezzato nel corso degli ultimi decenni da manovre centrate sulla spending review, sui tagli lineari, con appalti e terziarizzazioni tendenti prevalentemente al risparmio invece che alla qualità del servizio e del lavoro, dove c’è stato uno sbilanciamento sul precariato e sui bassi riconoscimenti salariali. Un patto che quindi deve essere ricostruito.”

L’emergenza sanitaria ha riconfermato che siamo un paese fortemente diseguale a partire dalla condizione delle persone nel lavoro. Una disuguaglianza che diventa scomposizione, frattura, distanza che produce ulteriore divisione e instabilità.”

L’accesso al sostegno al reddito non per tutti, il divario digitale messo in evidenza dalla didattica digitale e dallo smart working, le differenze di genere nella gestione del lavoro agile e di cura della famiglia e dei figli nel periodo del lockdown.

L’ingresso nella Fase due mantiene un carattere di emergenza a fronte di una riapertura graduale di molte attività e comparti e la conseguente necessità di riassorbire gli impatti in tempi più lunghi.

Le conseguenze della pandemia sono ancora difficili da prevedere nei settori del turismo, terziario e servizi ma la consapevolezza è di un impatto forte per intensità e durata.”

L’obiettivo della Filcams è definire un modello di sviluppo sostenibile attraverso un piano di lavoro a medio/lungo termine basato su tre assi: la salvaguardia occupazionale, la qualità del lavoro e la garanzia di condizioni di salute e sicurezza.

Una delle priorità, è l’estensione degli ammortizzatori sociali. Ci sono una serie di criticità e problemi da affrontare e risolvere, ma soprattutto è necessario dire, sin da ora, che la proroga degli ammortizzatori legati alla causale COVID-19 ha bisogno di essere impostata su un arco temporale più lungo e coerente con la previsione di ripresa delle attività dei vari settori e come supporto ai processi riorganizzativi delle imprese.”

Lavoratori in appalto, stagionali, collaboratori domestici, mense e pulizie scolastiche e aziendali, una parte importante del commercio, il mondo del lavoro della Filcams ha bisogno di un sostegno prolungato. Non una contrapposizione tra assistenzialismo e lavoro ma la necessità di non disperdere professionalità e posti di lavoro per non aumentare il disagio delle persone e contestualmente iniziare ad investire su un nuovo sviluppo a partire da settori, da sempre strategici, come il turismo per consolidare lavoro e creare nuove opportunità in particolare per i giovani e le donne.

Il sistema degli ammortizzatori ha mostrato limiti alla reale e universale tutela delle condizioni di precarietà e frammentazione del lavoro. La revisione degli ammortizzatori – prosegue la segretaria – è quindi tra gli investimenti imprescindibili per costruire un nuovo modello di stato sociale.”

Resta alta l’attenzione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro: “Le caratteristiche prevalenti delle attività del terziario, turismo e servizi come luoghi aperti e di aggregazione li rende più esposti e, di conseguenza, la tutela e la prevenzione della salute deve tenere conto delle relazioni e del contatto con il pubblico.” Ma anche in questo caso per il futuro è necessario un cambio di paradigma ed è indispensabile un investimento importante: “Come Filcams riteniamo non più procrastinabile la modifica del modello di riferimento, e continueremo a presidiare i tavoli di confronto e i Comitati Aziendali e quelli territoriali sulla salute e sicurezza, costituiti durante la fase emergenziale, per monitorare l’applicazione dei protocolli e dei dispositivi di protezione.

In questa situazione un ruolo importante per la tutela e qualificazione del lavoro deve continuare ad essere svolto dai contratti nazionali, troppo spesso messi in discussione da imprese e istituzioni:

Una parte importante dei nostri settori è entrata nell’emergenza sanitaria con i contratti nazionali non rinnovati da anni: Multiservizi, Vigilanza Privata, Farmacie, Acconciatura ed estetica, Lavoro Domestico. Trattative appena aperte in alcuni casi, come quella per gli Studi Professionali, trattive di rinnovo avviate con difficoltà e termini già dilazionati, come per i Contratti del Turismo.

Il contratto nazionale è strumento importante per la tenuta salariale, per la qualificazione delle condizioni di lavoro e per governare le trasformazioni dei settori. In tale direzione mantiene tutta la sua validità la messa a punto di regole sulla rappresentanza e di contrasto al dumping contrattuale. C’è bisogno di recuperare anche sulla “contrattazione inclusiva”, con proposte e soluzioni che assicurino l’uguaglianza dei diritti in tutte le forme e nei diversi luoghi del lavoro, anche ripensando all’opportunità e sostenibilità delle esternalizzazioni e terziarizzazioni avvenute negli anni, per uscire così dalla crisi sanitaria e dai suoi impatti economici con una maggiore coesione sociale e una valorizzazione del lavoro.”

Cosi come va difeso il Codice degli Appalti dalle richieste di semplificazioni e sburocratizzazioni che spesso nascondono la volontà di depotenziare le norme esistenti a tutela della legalità, della trasparenza e della qualità del lavoro.

Noi continuiamo invece a sostenere che Il Codice degli Appalti va rafforzato attraverso interventi precisi” prosegue la segretaria “c’è bisogno di ridurre e qualificare le stazioni appaltanti, di definire norme che riducano i contenziosi, di estendere e rendere più cogenti le clausole sociali, garantire l’applicazione dei corretti Contratti Nazionali, norme per le costruzioni dei bandi che evitino tagli e affidamenti che scaricano sul lavoro e sulle imprese corrette gli effetti negativi.”

La fase 2 sta lasciando il posto alla fase 3 e, nella speranza che non ci sia necessità di reintrodurre alcuna limitazione, ora è tempo di ripartire, per provare a riprogrammare un nuovo futuro. Una cosa è certa secondo Maria Grazia Gabrielli: “Sul lavoro delle donne e degli uomini, anche dei nostri settori, il paese è stato capace di reggere a una crisi senza precedenti e il lavoro continuerà a rappresentare il fattore decisivo per sostenerlo nei prossimi mesi.”

(L’intervista è pubblicata nel numero di giugno 2020 de Il Magazine, periodico di informazione e approfondimento di Filcams Cgil. Scarica QUI la copia in pdf)