Ragusa, a Pasquetta e Primo Maggio “la festa non si vende”

Finito il periodo delle chiusure forzate e rientrata, almeno nelle sue punte estreme, l’emergenza sanitaria, l’idea era naturalmente quella di tornare alle aperture a oltranza che erano la routine di quello e di tanti altri centri commerciali fino all’inizio del 2020. Ma grazie all’impegno e all’ostinazione della Filcams Cgil Ragusa il piano delle aperture del centro commerciale Le Masserie, non lontano dal cuore storico del capoluogo siciliano, è cambiato: la strenua contrattazione ha portato alla conquista del giorno di Pasquetta e, a seguire, della giornata consacrata a lavoratrici e lavoratori, il Primo Maggio.

Se altri negozi erano soliti chiudere almeno per il Primo Maggio e Ferragosto, Le Masserie aveva sempre mantenuto una linea personale non armonizzata con le scelte della concorrenza e nella quale a prevalere erano le aperture festive.

Il confronto prende avvio verso la fine dello scorso anno, quando sembra messa in forse la chiusura del 26 dicembre. “Abbiamo fatto una richiesta di incontro a fine novembre con la direzione del centro – spiega Antonio Modica, segretario generale Filcams Cgil Ragusa – perché è comunque da loro che dipende alla fine la decisione dei singoli esercizi. Il direttore, che in un primo momento aveva detto che ci avrebbe resi partecipi della decisione, ha comunicato senza convenevoli che il centro sarebbe stato aperto a Santo Stefano”. 

Per i singoli negozi giornate come questa non incidono sul fatturato, ma per la proprietà del centro anche il solo passaggio di clientela, il conteggio della cosiddetta “passeggiata”, è un dato positivo.

La Filcams riparte all’attacco e strappa la promessa di un incontro per discutere del piano per il 2023: l’obiettivo è dare un messaggio di collaborazione, arrivare a una scelta condivisa. “Noi non siamo per una chiusura totale, non desideriamo certo che il centro muoia, ma volevamo trovare un punto di incontro – aggiunge Modica – e così è stato: abbiamo ottenuto la chiusura il lunedì di Pasqua e il Primo Maggio, ed è quasi certo che Le Masserie non aprirà a Ferragosto, anche se la definizione del calendario di aperture e chiusure per il secondo semestre è demandata a un prossimo incontro, che si terrà ad aprile”.

Un successo corale per la categoria e i suoi rappresentanti nei punti vendita, impegnati in più di un’occasione nella raccolta delle firme per la chiusura del centro e il diritto a trascorrere le feste in famiglia.

“Siamo molto soddisfatti, perché questo risultato può fare da spartiacque anche per gli altri centri commerciali”, conclude il segretario. L’idea è di estendere il modello agli altri esercizi, a partire dai grandi supermercati. “Che ci hanno sempre detto una cosa: se ci mettiamo d’accordo chiudiamo tutti insieme. Una scelta positiva per i lavoratori, ma anche per le aziende, per le quali le aperture festive spesso sono solo una spesa”. È attraverso la contrattazione, Ragusa insegna, lungo la strada della concertazione che, come la Filcams non si stanca di ripetere, “la festa non si vende”.