Grande Distribuzione Meridionale: il dramma dei 12 lavoratori in attesa di occupazione

C’era una volta la GDM, la Grande distribuzione Meridionale, che a Reggio Calabria e dintorni aveva la maggior parte, se non proprio il monopolio, di supermercati e punti vendita della zona.

“Per chi riusciva ad essere assunto in questa realtà era come essere stato assunto in un posto statale sicuro” racconta Caterina, lavoratrice del Cash&Carry dell’azienda, “ma nel 2011 tutto è cambiato e ci siamo ritrovati senza lavoro.”

GDM infatti, fallisce e finisce in amministrazione controllata dopo le vicissitudini finanziarie del gruppo dell’imprenditore Carlo Montesano; viene spezzettata e una parte venduta alla coop e il cash&Carry alla GS.

“Dopo 3 anni di cassa integrazione nel 2014, io e i miei 11 colleghi, veniamo finalmente riassunti e torniamo al lavoro” spiega Caterina.

La felicità dura poco, però, perché il nuovo titolare viene arrestato e ricomincia la trafila penale per l’amministrazione controllata: “e noi di nuovo senza lavoro e in cassa integrazione.”

Curatori e sindacati assistono i lavoratori e contemporaneamente cercano di trovare qualche imprenditore che rilevi l’azienda.

Dopo due aste a vuoto, la terza se la aggiudicata la Despar Sud (proprietà Capex) che è pronta, nonostante non sia obbligata, a riassorbire i lavoratori. A luglio scorso i primi colloqui e la programmazione della formazione per cercare di arrivare a settembre pronti per l’apertura.

Troppo bello per essere vero: arriva la doccia fredda.

Questa volta lo stop arriva dal Ministero dello Sviluppo Economico che blocca la cessione fino alla chiusura del contenzioso pendente in Cassazione: GDM, infatti, dopo aver fatto ricorso, è stata assolta nei primi due gradi giudiziali e in caso di assoluzione anche nel terzo, tornerebbe proprietaria dell’immobile.

“E te ne ricordi dopo tre aste” commenta rammaricata Caterina!

“Siamo devastati, fateci tornare a lavorare” sono le parole provate di chi da ormai dieci anni vive nella totale precarietà ed incertezza, “siamo tutti mono-reddito e tutti grandi, è difficile ottenere un’altra occupazione: a Reggio Calabra, poi, è più facile vincere alla lotteria che trovare lavoro.”

La situazione è drammatica racconta Samantha Caridi segretaria generale Filcams Cgil Reggio Calabria, impegnata nell’organizzazione di manifestazioni e presidi per chiedere l’intervento degli organi competenti, l’ultimo il 4 novembre a cui ha partecipato anche il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà che questa mattina ha incontrato i lavoratori.

“La Naspi – afferma Caridi – sta per finire ed è necessario trovare una soluzione, magari individuando un’assegnazione ponte per tutelare la loro occupazione, visto che Despar è intenzionata a riassumerli. Non è possibile abbandonare le lavoratrici e i lavoratori. Quando un’azienda viene confiscata bisogna garantire l’occupazione.”

Altrimenti poi la frase della cittadinanza sarà sempre “con lo stato non si mangia”.