Filcams Cgil: idee per il congresso. Dai segretari regionali la richiesta di maggiore unità per dare risposte ai lavoratori.

Sta avvicinandosi la fase congressuale della Cgil che nella prima parte del 2014 impegnerà strutture e territori a ogni livello. Dopo quattro anni, la Filcams Cgil si ritrova per fare una sintesi, verificare gli obiettivi posti in quel di Riccione nel 2010, analizzare i cambiamenti e il lavoro svolto, ridefinire le azioni future.

Il futuro sostenibile del lavoro terziario, era l’ambizioso progetto avanzato dalla categoria quattro anni fa, gli impegni assunti per migliorare il settore e le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Purtroppo gli ultimi anni sono stati particolarmente difficili: la crisi, oltre ad aver condizionato la capacità economica di tanti lavoratori, ha completamento modificato il mercato del lavoro e le sue dinamiche, portando anche a una forte diminuzione della rappresentanza. Contratti separati o disdettati, procedure di mobilità e casse integrazioni di ogni tipo, licenziamenti e diminuzione di diritti sono le conseguenze di questi cambiamenti, ma soprattutto, poca fiducia e speranza per la possibilità di un futuro migliore. Pur senza avere una base di confronto sui temi del prossimo congresso, abbiamo pensato utile sentire comunque le voci dai territori, chiedendo a tutti i segretari regionali della categoria aspettative e speranze per il prossimo congresso. Da Nord a Sud viene invocata una maggiore attenzione ai cambiamenti in atto. La richiesta è quella di essere uniti per dare risposte ai lavoratori.

 

(da Rassegna.it – 6.11.2013)

VAL D’AOSTA di Isabella Pirrello
Parole chiave: contrattazione vera

Ultimamente non riusciamo a fare molta contrattazione, è sempre più difficile. Ma dobbiamo fare uno sforzo per riuscire a dare risposte alle esigenze dei lavoratori, soprattutto in termini di gestione dei tempi di vita e di lavoro. La Valle d’Aosta è una regione piccola, che si scontra con le tante difficoltà quotidiane, prima fra tutti la gestione dei cambi appalti: un tema da non trascurare ma anzi da affrontare con decisione, sul quale la Filcams Cgil deve fare una riflessione e assumere una posizione, anche rispetto ad altre categorie.

PIEMONTE di Marinella Migliorini
Parole chiave: redistribuzione della ricchezza

Vorrei che emergessero i contenuti del piano del lavoro, obiettivo la redistribuzione del lavoro e della ricchezza, per implementare la conoscenza nel lavoro e la formazione. È indispensabile un congresso unitario, nel merito, nella comunicazione e nella pratica delle assemblee, insomma sotto ogni aspetto. Perché nessuno dei nostri lavoratori, con i drammi che si stanno vivendo, potrebbe comprendere eventuali sofismi per spiegare differenze difficili da capire; i lavoratori non li accetterebbero e noi saremmo “fuori dal mondo”. Nel nostro territorio è urgente affrontare e individuare politiche di insediamento di tutte le attività commerciali, per razionalizzare e interrompere le concessioni ad hoc. I centri commerciali hanno sostituito i centri manifatturieri, ma hanno impoverito e danneggiato lavoro e commercio. Servono invece più insediamenti nel tessuto urbano, per sviluppare il commercio di quartiere che risponde alle esigenze del territorio senza obbligare a lunghi tragitti.

LOMBARDIA di Gian Mario Santini
Parole chiave: Partecipazione

Già in occasione dell’ultimo congresso la Cgil aveva fatto i conti con l’avvio della crisi economica; quattro anni dopo questa ha prodotto una lacerazione profonda, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione, le condizioni di reddito, le prospettive delle famiglie dei lavoratori oltre che per il nostro paese. La Cgil quindi ha la grande responsabilità di dover utilizzare questa opportunità per lanciare un segnale forte di cambiamento e dare certezze e prospettive ai lavoratori. Siamo agevolati dall’importante scelta prodotta con il piano del lavoro – l’unico progetto compiuto che esista oggi in Italia – ma in Filcams sappiamo bene che la centralità del ruolo dei settori del terziario, turismo e servizi non è stata ancora compresa fino in fondo. Dobbiamo prospettare speranze per la ripresa economica, ma anche costruire le risposte giuste per un mondo del lavoro precario, insicuro e troppo spesso dequalificato, come quello con cui deve fare i conti tutti i giorni la Filcams.

SUD TIROLO di Maurizio Surian
Parole chiave: Qualcosa di nuovo

Auspico una Cgil più nuova, più elastica e più orientata verso il nuovo. In questi anni abbiamo fatto tanto, ma abbiamo settori ancora fortemente spezzettati e dobbiamo puntare a un lavoro di raggruppamento per amalgamare i lavoratori. Ogni tanto perdiamo di vista il vero l’obiettivo, facciamo cose che i lavoratori fanno fatica a capire, bisogna tornare con i piedi per terra, a una Cgil più rivolta ai lavoratori.

TRENTINO di Roland Caramelle
Parole chiave: Dignità e rappresentanza

Mi aspetto un congresso che parli al paese ma soprattutto ai lavoratori. Un congresso che affermi in maniera inequivocabile il riconoscimento del ruolo, significativo per qualità e per quantità, svolto dalla Filcams per rappresentare davvero le trasformazioni del lavoro in atto nella nostra società. La crisi perdurante ha cambiato in peggio il mondo del lavoro e con esso tante istanze sono mutate, anche nei nostri settori. Mi aspetto che queste problematiche vengano affrontate nella loro complessità, per tentare di dare una risposta convincente e concreta. Vorrei che fosse approfondito il legame lavoro/salute, binomio che a volte diventa dicotomia. Lavoratrici delle pulizie, delle mense, commesse dei supermercati: per loro ci sono sempre più tunnel carpali, epicondiliti, schiene a pezzi. Per noi non può essere un destino ineluttabile: in Trentino ci stiamo provando, e abbiamo inserito direttamente nell’organizzazione di categoria una compagna che si è specializzata su questa problematica. La nostra categoria si sta trasformando e la trasformazione va accompagnata attrezzandosi a dovere.

VENETO di Adriano Filice
Parole chiave: Fuori dalla crisi: più lavoro, più eguaglianza, più futuro

È indispensabile, per una discussione aperta, fare un congresso unitario; il che non vuol dire che ci deve essere una blindatura su tutti i temi, ma che c’è bisogno di una discussione libera di guardare più al futuro, che al passato. Dobbiamo individuare quali sono gli elementi che possono aiutarci a uscire dalla crisi e quali i percorsi più efficaci per ascoltare i lavoratori e dar loro risposte adeguate. Un pezzo di strada l’abbiamo già fatto con il piano del lavoro: una buona base di partenza che però deve essere rafforzata. Dobbiamo avere la capacità di elaborare una nostra proposta, fare uno sforzo di analisi più approfondita e articolata, per trovare gli elementi per uscire dalla crisi e per fare un passo in avanti, per tornare a essere un paese normale.

FRIULI V. GIULIA di Susanna Pellegrini
Parole chiave: Dal lavoro debole al buon lavoro

Il Congresso arriva in un momento molto complicato, non solo per la crisi economica, ma anche per una profonda crisi di rappresentanza che colpisce la nostra controparte datoriale. Questo complica ulteriormente un quadro già difficile. Mi aspetto un congresso che abbia la capacità di parlare ai lavoratori ma anche a noi stessi, sia sotto l’aspetto organizzativo sia dal punto di vista politico-sindacale. Deve restare centrale il territorio, se vogliamo estendere la nostra rappresentanza sociale e dare risposte efficaci alle tante vertenzialità locali. Dobbiamo interrogarci su come riuscire a convogliare la sfiducia e la rabbia in partecipazione e azione sindacale, e dobbiamo considerare come prioritari i temi che i lavoratori oggi già ci pongono e le risposte che ci sollecitano, su quali siano le prospettive oltre la crisi . Anche in un territorio come il Friuli Venezia Giulia, che è sempre stato ricco, la crisi spaventa e paralizza le persone. I temi centrali oggi sono: come salvare il lavoro che c’è e crearne altro; il lavoro dei giovani e delle donne, maggioritari nella nostra categoria.

LIGURIA di Armando Firpo
Parole chiave: Lavoro, lavoro lavoro

Negli ultimi quattro anni abbiamo assistito a una profonda trasformazione sociale, e dall’ultimo congresso a oggi sono cambiate le richieste e le aspettative. Proprio per questo non sarebbe comprensibile presentarsi con visioni divise e contrapposte. Siamo un soggetto sociale che deve presentarsi davanti ai lavoratori. Noi abbiamo un dovere politico: dire chi siamo e chi vogliamo rappresentare, dobbiamo fare una scelta di campo. Dobbiamo assumerci la rappresentanza dei problemi e dire come li risolviamo. Dobbiamo essere in grado di rappresentare con cognizione di causa i lavoratori, soprattutto le nuove figure che si sono create. La Filcams, come organizzazione più grande, deve porsi come soggetto culturale: nelle nostre battaglie – così come abbiamo fatto con la campagna “La Festa non si vende” – e anche attraverso la discussione. Quello della Liguria è un territorio fortemente provato dalla crisi, dobbiamo farci portatori di un sano principio di uguaglianza e pari diritti.

EMILIA ROMAGNA di Veronica Tagliati
Parole chiave: Redistribuzione del lavoro, democrazia e partecipazione

Vorremmo un congresso diverso, che provi a dare risposte all’esterno, più che affrontare discussioni interne. La crisi ha portato un arretramento significativo, sono aumentate la disoccupazione e le disuguaglianze. Abbiamo un sistema che non è più in grado di dare speranza ai cittadini e prospettive di cambiamento: questo compito, allora, deve provare a portarlo avanti la Cgil. È in atto un attacco senza precedenti al lavoro, considerato solo come fattore di costo per la competizione delle aziende: un attacco legislativo, con le riforme Fornero del mercato del lavoro e delle pensioni, un attacco alla contrattazione. L’obiettivo è quello di abbassare diritti e salari. La contrattazione è diventata lo strumento per affrontare la crisi, le aziende l’hanno utilizzato come elemento della competizione. Mi piacerebbe uscire dal congresso con un progetto capace di aggregare le persone sul lavoro: dobbiamo definire quale progetto è utile per ridistribuire il lavoro in una situazione profondamente mutata rispetto al passato, quale legislazione aiuta, quale modello contrattuale darci, quale partecipazione del lavoro, per avere una coesione sociale diversa da quella conosciuta fino ad oggi.

TOSCANA di Cinzia Bernardini
Parole chiave: Un sindacato che contratta e ottiene

La Toscana è cresciuta dal punto di vista degli iscritti. Uno degli obiettivi posti dal congresso precedente, l’inclusione, è stato raggiunto: la crescita è stata assolutamente positiva anche in settori colpiti dalla precarietà, come multiservizi e turismo. Gli obiettivi di questo congresso rischiano di essere gli stessi di quattro anni fa. Negli appalti per combattere la deregolamentazione del settore, occorre coinvolgere le categorie del pubblico per provare a lavorare a monte, per dire la nostra sulle regole dell’aggiudicazione degli appalti. Il turismo è il comparto sul quale investire, perché può contribuire alla ripresa. E nel commercio occorre una maggiore attenzione, comprese le piccole realtà. Nel 2014, in una prospettiva di ripresa, dobbiamo esercitare un ruolo concreto di agente contrattuale, mettendo al centro della nostra attività politica la contrattazione, per portare risultati, dai rinnovi dei contratti nazionali fino al lavoro di gestione della crisi e la definizione di accordi per la difesa dell’occupazione. Auspico un congresso unitario. In questi anni di crisi siamo stati un punto di riferimento importante, sostegno morale e sociale in un momento difficile.

UMBRIA di Stefania Cardinali
Parole chiave: Organizzazione del lavoro per migliorare i tempi di vita

In Umbria siamo diventati la categoria più grande, ma le risorse non sono tante, e riuscire a parlare con tutti è difficile. Vorrei che riuscissimo a seguire più a fondo i settori che rischiamo di dimenticare: per esempio, in Umbria, il turismo. Un settore frammentato, composto da tante piccole realtà e tanti lavoratori, ma troppo legato alla stagionalità. Un settore che invece potrebbe, essere rilanciato, viste le tante risorse naturali, culturali ed enogastronomiche. Non dimentichiamoci inoltre la battaglia contro le aperture domenicali: i centri commerciali hanno ammazzato il piccolo commercio e, nonostante la nostra volontà e le nostre richieste, non siamo ancora riusciti a fare accordi di regolamentazione.

MARCHE di Joice Moscatello
Parole chiave: Protagonisti del cambiamento

Mi aspetto che, per una volta, non sia l’ennesimo appuntamento “liturgico” e che si riesca ad arrivare al congresso unitariamente, viste le difficoltà che stiamo vivendo. Dobbiamo riuscire a fare un ragionamento realistico sui problemi di questo paese, che metta al centro alcune azioni per costruire una nostra coerenza e nuovi rapporti con Cisl e Uil. La nostra regione, le Marche, sta soffrendo e non riesce a reagire, soprattutto rispetto ai problemi della distribuzione, a causa dell’eccessivo sviluppo dei centri commerciali. Noi cercheremo di dare il nostro contributo per riemergere da questa palude in cui siamo finiti.

LAZIO di Vittorio Pezzotti
Parole chiave: Dalla collaborazione la forza di agire insieme
Vorrei che si affrontassero le difficoltà dell’organizzazione, per ridistribuire le risorse. Abbiamo dei settori altamente frammentati, e con le scarse risorse che abbiamo non riusciamo a seguire tutti; aumentiamo gli iscritti ma allo stesso tempo creiamo un disservizio. La Cgil dovrebbe trovare una modalità per riequilibrare le risorse, anche facendo un bilancio tra più categorie. Anche come Filcams dovremmo fare una riflessione per migliorare la gestione dei territori, a seconda del numero degli iscritti, ma anche dell’ampiezza. Dovremmo provare a fare un ragionamento sulle nostre spese, per coordinarci anche sugli acquisti e ottimizzare le uscite.ıL’autonomia dei territori, piccoli o medi che siano, nelle assunzioni o nella gestione delle risorse, dovrebbe essere coordinata e non assunta da un solo soggetto, per evitare scelte squilibrate che possono ripercuotersi negativamente nel breve tempo su tutta la categoria. Come obiettivo già assunto all’ultimo congresso e non soddisfatto, dobbiamo diminuire il numero dei contratti nazionali.

ABRUZZO di Luca Ondifero
Parole chiave: Più vicini a chi rappresentiamo

Vorrei che da questo congresso uscisse una Cgil unita, senza mozioni o tesi alternative. Più che sviluppare un dibattito interno, dobbiamo affrontare una discussione vera che dia risposta alle esigenze dei lavoratori. Credo che dobbiamo ragionare su come la Cgil può riorganizzarsi. Occorre guardarsi all’interno per adeguarsi rispetto alle richieste di coloro che rappresentiamo. Abbiamo troppi organismi direttivi ed esecutivi: ci serve meno lavoro nelle stanze e più contatto con le persone. Mi auguro che vengano rinnovati tuttii contratti in scadenza, che non si faccia la fine della Fiom con la Fiat. Magari non riusciremo a fare contratti acquisitivi, ma dobbiamo riuscire a farne almeno di conservativi.

CAMPANIA di Raffaele Lieto
Parole chiave: Rivoluzione culturale, etica e trasparenza

Che lo facciamo a fare? Data la situazione, e viste le modalità arcaiche non più adeguate al momento che viviamo, il rischio è che sia un congresso di auto conservazione, burocratico, più organizzativo che politica. Avremmo invece la necessità di essere capaci di parlare con milioni di lavoratori, per riflettere sulle nostre difficoltà e sui loro bisogni. Un desiderio (non la ricetta): dovremmo andare all’attacco, non si esce dalla crisi comprimendo diritti e salario e rimettendo tutto in discussione. Non si tratta di richiamare i sacri princìpi, quanto rilanciare un’iniziativa sindacale vera, non solo di difesa. Ma è possibile solo se si creano le condizioni di un rilancio del rapporto con i lavoratori. Ormai non c’è più la convinzione che il sindacato è uno strumento di cambiamento della società, l’idea prevalente è quella di un sindacato di servizio. E insieme c’è molto burocratismo e conservatorismo, con la tendenza a chiedere di essere riconosciuti più dalle controparti che dai lavoratori.

MOLISE di Franco Spina
Parole chiave: Unità d’intenti

Auspico una ritrovata unità interna, senza la quale, viste le attuali difficoltà, faremmo fatica ad affrontare le prossime sfide. Dobbiamo parlare tutti la stessa lingua, a qualsiasi livello dirigenziale, per far si che sia un congresso vero. Mettere al centro del congresso il lavoro, per ridare fiducia, tutele e diritti soprattutto in territori come il Molise, dove la situazione è veramente difficile. Dobbiamo, infine, tracciare una linea per ritrovare i rapporti unitari, tenendo conto delle nostre idee, solo cosi possiamo provare a dare ai lavoratori una speranza.

CALABRIA di Luigi Scarnati
Parole chiave: Lavoro e solidarietà

Mi aspetto che, oltre a discutere i temi generali, il congresso affronti alcune questioni nello specifico: cosa siamo e cosa vogliamo diventare, vista anche la situazione reale che vive il paese. La categoria ha retto in termini di iscritti, ma è sempre più colpita dalla crisi, non può non cogliere l’occasione del congresso per fare una riflessione, ridisegnare la mappa organizzativa anche in funzione delle risorsedisponibili, uomini e donne, e individuare le azioni da portare avanti sul territorio. Spero che venga affrontato il tema del Mezzogiorno, nell’ultimo periodo rimasto un po’ fuori dalle nostre discussioni. Il nostro è un paese a due velocità, la categoria deve essere protagonista di proposte politiche e della rappresentatività delle aree del Sud. Con un’attenzione particolare all’emarginazione, soprattutto dei giovani, sempre più facile preda della delinquenza. Perché questo congresso non sia un’occasione persa, occorre riportare al centro il lavoro e i lavoratori, per discutere insieme quale deve essere la nuova Cgil.

BASILICATA di Vincenzo Lorusso
Parole chiave: Di nuovo contrattazione

Mi auguro che la nostra categoria abbia la giusta visibilità, viste le grandi difficoltà che stiamo affrontando e quanto stiamo crescendo. Mi auguro che possa essere un congresso unitario, che sia capace di ridisegnare le nostre azioni di qui ai prossimi anni, anche perché, specialmente noi nel meridione, abbiamo bisogno di unità e di lavoro. Il congresso deve puntare a ragionare sui temi del lavoro e non solo su temi esclusivamente interni. La Cgil deve tornare a rappresentare soprattutto le classi più deboli e il precariato, dal part time al lavoro precario.

PUGLIA di Mary Manocchio
Parole chiave: Ri(e)voluzione

La Filcams si sta orientando molto bene, anche rispetto a che cosa deve rappresentare per noi e per la Cgil. Un punto di svolta, soprattutto per la Puglia, perché bisogna tarare le esigenze su un mercato del lavoro che cambia e sulle persone che cambiano. I lavoratori si aspettano una trasformazione dei sindacati, che tornino a dare attenzione ai diritti, anche se in questa fase i diritti sono minimi. Il sindacato deve cambiare, in maniera pertinente alla trasformazione del mercato del lavoro, ora sicuramente più precario. La strada intrapresa dalla Filcams nell’ultimo periodo è quella giusta, quella di dare più risorse ai territori per essere più rappresentativi. La Filcams ha fatto bene – non a caso siamo la categoria più rappresentativa –, ma è necessario che ci sia un comportamento analogo da parte della Cgil, che, anche per difficoltà organizzative, non riesce a venire incontro alle istanze del territorio. La Cgil deve agire, dando più risorse ai territori, per meglio rappresentare i suoi iscritti. La Filcams sta scommettendo sui quadri emergenti ed è una mossa intelligente. E nel cambio generazionale c’è un buon passaggio di conoscenze e nozioni: non possiamo continuare a conservare i vecchi prototipi.

SARDEGNA di Simona Fanzecco
Parole chiave: Dai bisogni ai diritti

Il congresso deve diventare un momento di grande partecipazione dei lavoratori, occasione per parlare dei loro problemi sul posto di lavoro, perché questa è l’unica questione che interessa realmente, la centralità del lavoro e la quotidianità di ciò che accade nei luoghi di lavoro. Sono tre le priorità sulle quali lavorare: ricerca dell’unità sindacale, conferma e rafforzamento del rapporto con la confederazione, elaborazione di piattaforme rivendicative nei settori degli appalti (pulizie, ristorazione collettiva, vigilanza), tese a garantire ai lavoratori il diritto sindacale del mantenimento delle condizioni economiche e normative. Dobbiamo cercare di superare l’attuale crisi con strumenti alternativi al licenziamento, valorizzando la qualità del lavoro e delle professioni, attraverso la formazione e la riqualificazione degli addetti. Credo che il documento che la Cgil si appresta a elaborare debba ritenere fondamentale la difesa della contrattazione collettiva nazionale, con le forme integrative di supporto e rafforzamento, al fine di allargare la copertura contrattuale a tutti i lavoratori, estendendo la contrattazione di secondo livello a tutti i settori di rappresentanza della Filcams.

SICILIA di Salvo Leonardi
Parole chiave: Più attenzione ai lavoratori

Quello che dal congresso si aspettano i lavoratori, non solo il sottoscritto, è che sia un congresso unitario. Visti i rinnovi contrattuali separati, un congresso separato non sarebbe comprensibile. Dobbiamo presentarci alle assemblee unitariamente per farci capire meglio. In Sicilia sono due le situazioni particolari che devono essere affrontate: nel commercio, l’espansione dei centri commerciali, che sta creando seri problemi e per la quale serve una regolamentazione; e per il turismo, la mancanza di un pacchetto regionale, di una proposta: sono carenti le leggi e le infrastrutture. C’è bisogno di un’attenzione più particolare anche da parte della categoria. Cosi come più attenzione è necessaria verso le donne, soprattutto in una realtà come la nostra dove la maggior parte della forza lavoro è femminile.