Crisi: per 75% giovani imprenditori situazione peggiorata

Resta molto alta la percentuale di giovani imprenditori che ravvisano un peggioramento nell’andamento dell’economia italiana nel suo complesso (il 75,3%); in flessione la fiducia sull’andamento delle imprese ”giovani” del terziario. Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono da un’indagine realizzata dai Giovani Imprenditori di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in collaborazione con Format Ricerche, sul sentiment dei giovani imprenditori del terziario rispetto alla situazione economica del Paese e presentati al Forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio che si è tenuto a Venezia il 15 e 16 novembre. In particolare, peggiora l’andamento dei ricavi (per il 59,1% sono diminuiti), dell’occupazione (per il 33,6% si e’ ridotta), la capacità di riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario (il 25,9% dei giovani imprenditori non c’è riuscito). In flessione la percentuale di giovani imprenditori che rispetto al passato effettueranno investimenti: solo il 19% dichiara che li farà nei prossimi due anni. Resta particolarmente bassa (9,5%) la percentuale delle imprese ”giovani” del commercio, del turismo e dei servizi che hanno chiesto un prestito in banca. La stretta creditizia tarda a rallentare: cala la percentuale di imprese che ottengono il credito con un ammontare pari o superiore rispetto alla richiesta (23%), mentre cresce la quota di imprese che si sono viste accordare un credito inferiore rispetto a quello richiesto e di quelle che non se lo sono viste accordare (61,7%).

Nel corso del Forum di Venezia è stato presentato anche uno studio dal titolo “Rapporto sulle Economie Territoriali e il Terziario di Mercato” arrivato alla sua sesta edizione. Il Rapporto esamina vari aspetti economici, osservando sia lo scenario internazionale sia lo scenario italiano, scendendo nello specifico tra il Nord e il Sud Italia e le varie Regioni. Lo studio analizza il settore terziario, il commercio i trasporti, il turismo e altri servizi connessi, per concludere con l’osservazione dei fattori di produzione del nostro Paese.